I cristiani promuovano “un’umanità nuova capace di trasfigurare il mondo”
“Non c’e’ posto per l’egoismo nell’anima di un cristiano. Se segui il tuo egoismo tu sei un mondano. Diversamente dalla società umana, dove si tende a fare i propri interessi a prescindere o persino a scapito degli altri, la comunità dei credenti bandisce l’individualismo per favorire la condivisione e la solidarietà”. Questo il monito di Papa Francesco nella catechesi all’Udienza Generale di oggi. “Negli Atti degli Apostoli – ha ricordato il Papa in piazza San Pietro – Luca ci dice che i credenti stanno insieme, segno che la grazia battesimale li ha sradicati dalla coscienza isolata e dall’autoreferenzialità. Cadono antagonismi e divisioni, vengono meno le rivalità tra giovani e vecchi, uomini e donne, ricchi e poveri”.
“La prossimità e l’unità sono lo stile dei credenti. Una fraternità che affascina – ha detto il Papa – e che non va mitizzata ma nemmeno minimizzata”. “I fratelli in Cristo – infatti – sono chiamati a condividere, a immedesimarsi con gli altri e a dare secondo il bisogno di ciascuno. Un modo questo di ascoltare il grido del povero, cosa che piace molto a Dio, e di restituirgli quello che gli corrisponde” .
Secondo il Papa, “la Chiesa dunque è la comunità capace di condividere con gli altri non solo la Parola di Dio, ma anche il pane. Per questo essa diventa matrice di un’umanità nuova capace di trasfigurare il mondo, di immettere nella società il fermento della giustizia, della solidarietà e della compassione”.
“Proprio perché sceglie la via della comunione e dell’attenzione ai bisognosi, questa fraternità che è la Chiesa può vivere – ha spiegato Francesco – un’autentica vita liturgica” , che “non è uno tra i tanti aspetti della Chiesa, ma quello che esprime la sua essenza, il suo respiro, è la porta aperta sul Regno, il luogo dove incontriamo il Risorto e dove facciamo esperienza del suo amore” .
“Luca – ha sottolineato Bergoglio che dedica agli Atti il uovo ciclo delle sue catechesi – non ci spiega la liturgia della comunità cristiana ma ce la mostra in atto. Preghiamo lo Spirito Santo perché faccia delle nostre comunità luoghi in cui accogliere e praticare la vita nuova, le opere di solidarietà e di comunione, luoghi in cui le liturgie siano incontro con Dio, che diviene comunione con i fratelli e le sorelle, luoghi che siano porte aperte sulla Gerusalemme celeste”.
fonte: https://www.farodiroma.it/