“I corridoi umanitari dell’Italia sono una soluzione anche per l’Europa”
di
Dall’inizio dell’anno in Europa sono arrivati, via terra o via mare, 188.682 profughi. Almeno altri 1.343 sono morti o dispersi. Nello stesso periodo, 207 profughi sono arrivati a Roma in aereo, sani e salvi. A Idomeni, in Grecia, undicimila profughi arrivati con barconi e scafisti sono accampati a poche centinaia di metri dal confine macedone: con servizi inadeguati, aiuti umanitari insufficienti, esposti a sole, pioggia e arbitrio delle autorità. Ora i turchi possono entrare in Europa senza visto, dicono, invece a noi che fuggiamo dalla guerra la polizia lancia gas lacrimogeni. I profughi arrivati a Roma, intanto, sono stati smistati in varie regioni e città italiane, avviando un percorso di integrazione o ricollocamento.
Qual è la differenza? Vengono tutti più o meno dalle stesse zone: Aleppo, Homs, Deir Ezzor, Damasco, ma i duecento “fortunati” si sono potuti avvalere dell’articolo 25 del regolamento visti dell’Unione europea, che prevede che ogni stato dell’Unione europea possa rilasciare dei visti “a territorialità limitata” per motivi umanitari, interesse nazionale o obblighi internazionali. È l’articolo all’origine dei corridoi umanitari, che … (continua a leggere)
Guarda il video che spiega il valore dei #corridoiumanitari