Comunicato Stampa della “Fondazione Migrantes” sugli strumenti di protezione internazionale
Salvaguardare e rafforzare forme e strumenti di protezione internazionale
“I dati diffusi dall’UNHCR confermano che una su tre delle persone che hanno attraversato il Mediterraneo era in fuga da guerre e conflitti dimenticati, da persecuzioni e disastri e la necessità di rafforzare le forme di protezione internazionale”. Commenta così i dati diffusi oggi dall’UNCHR da Vilnius, in Lituania – dove si tiene in questi giorni un incontro organizzato dal CCEE tra i direttori della Migrantes di tutta Europa, con una sezione dedicata anche ai rifugiati – Mons. Gian Carlo Perego, direttore generale della Fondazione Migrantes.
Provengono, infatti, dalla Siria, dall’Afghanistan e dall’Eritrea le 137.000 persone che hanno attraversato il Mediterraneo nei primi sei mesi del 2015. In Italia il maggior numero delle 60.000 persone arrivate sulle nostre coste proveniva da Eritrea, Somalia, Nigeria: paesi che “sottolineano ancora di più la persecuzione politica e religiosa, soprattutto di Boko Aram”.
“L’UNCHR rileva anche – aggiunge mons. Perego – la crescita dei morti nel Mediterraneo nel 2015 rispetto al 2014: segno di come avevamo ragione di avvertire tragicamente come l’abbandono dell’operazione Mare nostrum avrebbe aumentato le vittime in mare. Si spera che il rafforzamento delle operazioni in mare avute ultimamente possano portare a tutelare anzitutto il percorso e la vita delle persone in fuga”.
Il direttore di Migrantes conclude con “la preoccupazione che la richiesta europea di rafforzare l’iden-tificazione delle persone che sbarcano sulle coste italiane o greche non si traduca in procedimenti sommari che portino ad accelerare le espulsioni e non a salvaguardare e rafforzare forme e strumen-ti di protezione internazionale, soprattutto per le vittime di persecuzioni politiche e religiose o in fuga da disastri ambientali che non permettono di rimanere nella propria terra”
Roma, 01.07.2015 – CS n. 17/2015