Lettera di congedo Padre Stefano Messina
Padre Stefano Messina, dei padre Oblati dell’Immacolata e direttore dell’Ufficio Migrantes della Diocesi di Firenze, dal 31 agosto pv. andrà a svolgere il suo servizio presso la Diocesi di Cagliari. Ringraziandolo per il prezioso servizio svolto con passione e serietà nella nostra Diocesi, pubblichiamo la lettera che scrive a tutti noi
Firenze, 17 Giugno 2015
Carissimi,
al termine di questa missione nella diocesi di Firenze e in Toscana, reputo un atto dovuto rivolgere qualche espressione fraterna prima di congedarmi, al fine di salutare con un accenno per quello che il mandato assegnato ha significato per me.
Il primo pensiero è di ringraziamento, al mio arcivescovo, Mons. Giuseppe Betori e al vescovo di Prato, Mons. Franco Agostinelli, ai quali ho reso rispettivamente conto secondo il ruolo di direttore della Pastorale dei Migranti, nell’arcidiocesi di Firenze, e di incaricato per la pastorale dei Migranti per la Conferenza Episcopale Toscana. Il mio ringraziamento si estende a tutta l’équipe di amici e collaboratori, con i quali ho condiviso il lavoro e le sfide di questi anni toscani.
Come in ogni esperienza, a conclusione di un percorso, quello che importa è riuscire a coglierne il filo conduttore, il significato profondo, la nota dominante. Lasciatemi perciò ricordare quanto in questi anni la principale linea pastorale perseguita sia stata quella improntata a consentire l’incontro, il confronto, la connessione tra le realtà impegnate nel sostegno o nella relazione con i nostri fratelli migranti, “carne di Cristo”, citando Sua Santità Papa Francesco, modello di una “Chiesa in uscita” cui ho cercato e cercherò di ispirarmi con fraterna vicinanza nella gioia dell’annuncio.
La semina che ho cercato di portare avanti con la collaborazione di quanti mi hanno affiancato ha riguardato in particolare l’attenzione a favorire il dialogo e la conoscenza tra tanti attori votati al bene comune, con particolare riferimento alla realtà dei migranti, nella diocesi di una città per vocazione spesso divisa tra guelfi e ghibellini, anche in chiave moderna. Il tentativo di assicurare alle comunità affidateci un luogo per pregare, una figura di assistenza spirituale (cappellano), occasioni per manifestare le loro esigenze culturali è stato metodologicamente perseguito, almeno nelle mie povere intenzioni, attraverso la ricerca dell’unità nella diversità. Sempre tenendo conto di carismi, abitudini e sensibilità diverse, presenti dentro la nostra amata Chiesa quanto tra le istituzioni esterne o complementari.
Assodato come non esistano apertura e dialogo senza attenzione ad una comunicazione al passo con l’interlocutore e con i tempi che attraversiamo, la semina ha riguardato il tentativo di essere trasparenti e rintracciabili, tanto sugli strumenti cartacei a disposizione quanto attraverso Internet. Una strada, quella della comunicazione, che la nostra Chiesa è chiamata oggi, secondo le indicazioni degli stessi Pontefici, con il carisma proprio della missione con la quale si è spinta da sempre verso i confini del mondo.
La realizzazione e la gestione del sito www.migrantestoscana.it, affinché nulla di quanto discusso e riflettuto andasse perduto, ed il convegno sulla “Carta di Siena”, occasione di riflessione ed unità per le chiese toscane sul tema dei migranti svoltasi a Novembre del 2013, ne sono stati in questo senso preziosa testimonianza. Auspico pertanto che la strada intrapresa in termini di attenzione alla relazione con le comunità, con le parrocchie interessate, con le associazioni, e quella in termini di attenzione ai siti istituzionali realizzati e ai nuovi media disponibili, trovi continuità secondo le modalità ritenute più opportune da chi sarà chiamato a succedermi.
Lascio Firenze dopo avere vissuto una grande esperienza, “umana e umanitaria”, con i migranti e per i migranti. Un’esperienza missionaria seppure in territorio italiano, al termine della quale mi accompagna la consapevolezza che “alla fine di un viaggio c’è sempre un viaggio da ricominciare”, citando Francesco De Gregori nella sua celebre canzone “Viaggi e Miraggi”. Da parte mia, rivolgo perciò il più caloroso saluto a ogni persona incrociata in questa missione, consapevole che la comunione con Cristo è più grande della distanza geografica che ci dividerà rispetto a Cagliari, la nuova destinazione cui sarò inviato per volere dei miei confratelli superiori.
L’Annunziata guidi sempre i nostri passi.
Padre Stefano Messina OMI
(Foto di Anna Zucconi)