L’integrazione dei migranti – 7 sfide chiave secondo la Corte dei Conti Europea
La Corte dei conti europea (ECA) ha pubblicato un documento di riflessione in cui Illustra quanto realizzato dall’UE a sostegno dell’integrazione di coloro che vivono legalmente nell’UE senza esserne cittadini (“migranti”).
Circa il 4 % della popolazione dell’UE è costituito da migranti legalmente residenti provenienti da paesi che non fanno parte dell’UE. La Corte individua una serie di sfide fondamentali per la loro integrazione, nonché le azioni necessarie per affrontarle.
Sfida 1: ridurre i ritardi nell’avvio del processo di integrazione
Prima inizia il processo di integrazione, più è probabile che abbia successo. Ma le regole applicate ai migranti non sono le stesse in tutti gli Stati membri, un fattore che porta i migranti a spostarsi da un paese all’altro, ritardando l’avvio del processo di integrazione.
Sfida 2: garantire la parità di diritti e la non discriminazione
Nonostante la legislazione dell’UE promuova la parità di diritti e la non discriminazione, l’immigrazione continua a suscitare sentimenti negativi. In alcuni Stati membri ciò ha un impatto negativo sull’integrazione dei migranti.
Sfida 3: valutazione solida ed esaustiva dei bisogni e finanziamenti adeguati
Diversi fondi UE possono finanziare misure di integrazione, ma l’importo totale speso non è noto. Dal 2015 l’UE ha mobilitato oltre 5 miliardi di euro di finanziamenti aggiuntivi per far fronte all’aumento dei flussi migratori, di cui oltre 100 milioni sono stati destinati all’integrazione. Nel 2017, gli Stati membri hanno dichiarato che, per integrare i migranti, avevano bisogno di risorse aggiuntive di circa 450 milioni di euro. Le politiche di integrazione dovrebbero essere basate su una solida valutazione dei bisogni e finanziate adeguatamente, dicono i revisori.
Sfida 4: impegno degli Stati membri ad attuare il piano d’azione
Nel 2016 la Commissione europea ha sviluppato un piano d’azione con 52 misure a livello dell’UE; 23 dei quali non erano ancora stati completati a dicembre 2017. Inoltre, gli Stati membri sono incoraggiati a sviluppare misure specifiche per affrontare determinati problemi, ma la Commissione non controlla queste misure. L’effettiva attuazione delle misure del piano d’azione dipende dall’impegno degli Stati membri.
Sfida 5: offrire sostegno a tutti i migranti in tutti gli ambiti di intervento pertinenti
La maggior parte degli Stati membri ha adottato politiche di integrazione all’interno di diversi quadri politici. Ma questi non affrontano sistematicamente tutti i gruppi di migranti e non sempre affrontano tutti i settori dell’integrazione. Le politiche di integrazione dovrebbero fornire un quadro completo per sostenere tutti i migranti in tutti i settori politici pertinenti.
Sfida 6: eseguire un monitoraggio efficace degli effetti dell’integrazione per misurare i progressi compiuti e, se necessario, adeguare le politiche
La maggior parte degli Stati membri non ha una visione completa del numero di migranti sostenuti o dell’importo speso per misure di integrazione. A livello nazionale, ci sono varie debolezze nel monitoraggio. La Commissione sta attualmente proponendo la creazione di indicatori dedicati, che potrebbero facilitare lo sviluppo di politiche basate su dati concreti.
Sfida 7: assicurare un coordinamento efficace dei finanziamenti a livello nazionale e dell’UE
Diversi fondi UE possono finanziare lo stesso tipo di azione per lo stesso gruppo target. Vi sono più di 400 diverse entità coinvolte nella gestione delle misure per l’integrazione dei migranti negli Stati membri. La maggior parte degli Stati membri dispone di un organismo di coordinamento, ma i meccanismi di coordinamento esistenti sono deboli
Fonte: European Court of Auditors