“Che nessuno sia lasciato morire in mare, lo chiedo col cuore”
Migranti, Vaticano e vescovi “seguono” i preti e suore di periferia: “No alla chiusura dei porti, non è la soluzione”
Dopo il presidio di missionari e religiosi impegnati nelle periferie, le parole del segretario di Stato vaticano Parolin e del presidente dei vescovi Bassetti: “Che nessuno sia lasciato morire in mare, lo chiedo col cuore”
Prima la Cei, poi il Vaticano. I vertici della Chiesa cattolica, anche di quella italiana, sembrano rispondere all’appello dei preti e delle suore “di periferia”, dei missionari e dei religiosi che si occupano degli ultimi, che con un digiuno a staffetta e con presidi di 10 giorni in piazza San Pietro e davanti alla Camera a Montecitorio manifestano non solo contro le politiche sull’immigrazione del governo Conte, ma anche contro il silenzio – a loro dire – delle voci più autorevoli del cattolicesimo. Ora quel presunto silenzio si rompe. Prima parla il presidente della Conferenza episcopale italiana, Gualtiero Bassetti, che ricorda come “la logica del cristianesimo” rimanga “accogliere, accompagnare, integrare come dice il Papa: e certamente, se c’è una nave che sta nel mare, non si può chiudere i porti, e certamente non si può rischiare di far morire o creare dei disagi a delle persone”. Bassetti non vuole “entrare nelle questioni del governo”, dice, ma si limita a ricordare “che è il pensiero della Chiesa. Il pensiero della Chiesa è quello del Samaritano, la parabola del buon Samaritano e Gesù, dove Gesù a un certo momento se ne prende cura… la logica del Cristianesimo è quella di prendersi cura”. Poi si aggiunge anche il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato Vaticano, secondo il quale la chiusura dei porti “non è la soluzione” ricordando che “abbiamo già espresso le nostre preoccupazioni”. Secondo il cardinale, infatti, “assistere gli ultimi e condividere le conoscenze è una delle vie più fruttuose per sostenere lo sviluppo dei popoli”.
Le parole delle più alte cariche della Conferenza episcopale italiana e del Vaticano, di cui Parolin è in sostanza il capo del governo, arrivano dopo i presidi e le dichiarazioni di questi giorni di diversi preti e suore missionari e “di periferia”, come padre Alex Zanotelli e don Alessandro Santoro, che hanno manifestato sia in piazza San Pietro che davanti a Montecitorio. L’appello dei religiosi era rivolto anche alla Chiesa. In un’intervista a ilfattoquotidiano.it Zanotelli aveva definito “imbarazzante” il silenzio della Chiesa. Durante il presidio in piazza San Pietro, invece, aveva aggiunto che “se i cattolici sono cosi attivi sull’aborto, altrettanto devono esserlo su questo tema dell’accoglienza ai migranti perché stiamo perdendo vite umane”. Sulla Conferenza Episcopale Italiana aveva aggiunto: “Mi aspetto che abbia la capacità di reagire e dire quello che veramente pensa senza paura”.
Bassetti, presidente della Cei e arcivescovo di Perugia, ricorda che “non si può chiudere il porto quando arriva una nave che è piena di disgraziati che sono dei crocifissi, o per un motivo o per un altro, senza giudicare i motivi: che nessuno sia lasciato morire in mare, lo chiedo col cuore“. Per il capo dei vescovi “la tragedia di questa società – ha osservato – è che si è perso il senso del fratello: se un ragazzo delle medie arriva a domandarti chi è un fratello, perché è un figlio unico, allora ecco che l’unico diventa egoista, chiuso. E’ in certe situazioni che cominciano a covare certe malattie che poi dopo si sviluppano, mentre quando in una famiglia ci sono anche diversi figli si è meno egoisti, ci si aiuta”. Il presidente della Cei ribadisce che la questione dei migranti “non riguarda soltanto l’Italia: riguarda l’Europa, ma riguarda il mondo intero, riguarda come è impostata una certa politica che naturalmente non favorisce i popoli più poveri”.
(fonte: www.ilfattoquotidiano.it – luglio 2018)