Non ci sono “soluzioni pronte” per il mondo ferito.
Il Cardinale Luis Antonio Tagle, Arcivescovo di Manila e Presidente della Caritas Internationalis, durante un incontro sulla Evangelii Gaudium, organizzato dall’Ufficio Catechistico Diocesano, ha sottolineato l’importanza di imparare dagli ultimi. In attesa del testo del suo intervento, riportiamo il suo pensiero, citando quanto disse durante una conferenza in Tailandia nel novembre del 2016.
“Un osservatore accurato del mondo di oggi può facilmente notare che, oltre a sperimentare enormi progressi e avere una tecnologia avanzata, questo mondo sta vivendo anche la sofferenza e il dolore. Le ferite del mondo possono essere notate in molti settori: nella politica, nelle famiglie, nella vita delle persone singole, nell’ambiente – e nemmeno la Chiesa non è esente da queste ferite. […]
Quanti nostri confratelli e quanti laici si sentono feriti dalle difficoltà che hanno dovuto affrontare, o semplicemente a causa dell’insoddisfazione e della consapevolezza della propria povertà? Come possono queste ferite essere guarite? È possibile? Chi può farlo?
Nel capitolo 20 del Vangelo di Giovanni si legge la storia di Tommaso, che è stato guarito dalla sua incredulità con una terapia molto dura e drammatica. Il Signore gli fa toccare le ferite causate dalla tortura e dalla crocifissione. Di sicuro non è stata una piacevole terapia, ma si è conclusa con una delle più belle confessioni che la Bibbia offre: “Mio Signore e mio Dio”.
Tommaso sarebbe stato in grado di fare una tale confessione, se non avesse toccato le ferite del Signore? Non lo sappiamo, ma nella nostra mente sorge la convinzione che sia stato proprio toccando le ferite del Signore risorto che Tommaso è diventato credente.
Oggi, il Signore è presente in tutti quei luoghi e in quelle persone che sono ferite. Solo se noi Lo riconosciamo lì, saremo in grado di comprendere la profondità di quel mistero: tocchiamo le piaghe di Gesù in coloro che soffrono oggi. È anche vero che è così che incontreremo la guarigione delle nostre ferite (“Egli portò i nostri peccati nel suo corpo sul legno della croce, perché, non vivendo più per il peccato, vivessimo per la giustizia; dalle sue piaghe siete stati guariti.” – 1Pt 2, 24).
Non ci sono “soluzioni pronte” per il mondo ferito. A volte siamo tentati di applicare i nostri metodi e mezzi per le realtà che non possono essere guarite da noi. Prima di tutto dobbiamo sviluppare l’atteggiamento di un ascolto attento, senza interrompere. L’ascolto di Dio è il nostro primo compito. Egli ci parla, ed è Lui che guarisce le ferite. Ci potrebbe utilizzare per portare la guarigione a chi ne ha bisogno, ma è Lui che guarisce. Egli parla ai cuori di entrambi: di coloro che soffrono e di coloro che portano la guarigione […]
Ascoltiamo i più abbandonati, specialmente i poveri ai quali siamo inviati. Lasciamoci sfidare e guarire da loro. Cerchiamo di portare loro aiuto e conforto ascoltando attentamente le loro storie. Molte volte non saremo in grado di cambiare la loro vita materialmente, ma forse con l’ascolto gli restituiremo qualcosa che li guarirà, vale a dire la loro dignità.”
Ho imparato dagli ultimi. La mia vita, le mie speranze
Conoscere Luis Antonio Tagle genera continue sorprese. I suoi incontri e pronunciamenti testimoniano una vicinanza radicalmente evangelica agli emarginati, ai più disprezzati, agli esclusi. Che per questo cardinale d’Asia sono stati e sono tuttora maestri di vita. Dall’infanzia a Manila all’impegno come prete di periferia e teologo stimato da Joseph Ratzinger. Dalle prese di posizione di vescovo vicino a chi soffre al confronto con le grandi questioni del nostro tempo (la globalizzazione, l’ecologia, il dialogo con le altre fedi…): in queste pagine Tagle offre la sua lucida visione del mondo e del cristianesimo. E delinea uno stile di presenza cristiana per il nostro tempo: «La Chiesa non può essere sempre nostalgica dei “bei giorni passati”. Deve trovare i modi per proclamare che il Vangelo è adatto per questo mondo, non per quello di un’altra epoca». (Editrice Missionaria Italiana)
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