#Firenze2015 – Saluto del Card. Betori al Santo Padre
SALUTO AL SANTO PADRE ALL’INIZIO DELLA CELEBRAZIONE EUCARISTICA
Santo Padre,
Firenze, la sua Chiesa e i fiorentini tutti Le dicono grazie per aver voluto condividere con loro alcuni momenti della giornata che Lei ha dedicato al 5° Convegno Ecclesiale Nazionale. La ringraziano in particolare per questa Celebrazione eucaristica da Lei presieduta, perché nell’Eucaristia riconoscono la sorgente più pura della comunione e della missione della Chiesa e si dispongono ad accogliere il Signore Gesù nella sua Parola e nel suo Corpo e Sangue, con il proposito di lasciarsi guidare da Lei a questo incontro, certi che saprà aiutarli a scoprire la ricchezza di vita che da esso scaturisce.
Firenze si raccoglie attorno a Lei, Santo Padre, e sente presente in questa assemblea l’intercessione della Vergine Maria Annunziata, sua madre e regina, dei suoi santi Patroni, i vescovi Zanobi e Antonino, e quella di tutti i santi fiorentini. Viva è anche la presenza tra noi dei grandi testimoni della fede che hanno illuminato la vita di questa città nel secolo scorso: il vescovo Elia Dalla Costa, pastore premuroso e compassionevole, difensore di uomini e donne di ogni fede davanti ai regimi assolutistici che ne minacciavano la vita e la dignità; l’apostolo della carità don Giulio Facibeni, che si è preso cura di orfani, poveri e deboli con generosa dedizione; il sindaco santo, profeta di giustizia e di pace, Giorgio La Pira. Sono con noi anche le voci di un cattolicesimo vivace e precorritore, come quella di don Lorenzo Milani, che ci ha richiamati al primato dell’educazione e della coscienza in una sofferta ma leale fedeltà alla Chiesa.
Santità, Firenze si sente particolarmente vicina alle Sue attese evangeliche di servizio agli uomini e alle donne del nostro tempo, in specie ai poveri. Sono orizzonti che si inscrivono nella nostra storia, segnata dalla ricerca di un umanesimo che portasse a unità la ricerca delle verità, l’espressione della bellezza, la cura dell’altro nella carità.
Ventotto anni fa, san Giovanni Paolo II, nel nostro Palazzo Vecchio, ebbe a dire: «È necessario proclamare alto, da questa città dello spirito, che è oggi urgente dovere promuovere con tutti i mezzi la verità sull’uomo». Sentiamo ancora quanto impegnativo sia per noi quell’appello; sappiamo anche che quella verità non è tanto una dottrina da proclamare, ma un servizio da rendere con amore, come in quella stessa occasione ricordò il poeta Mario Luzi: «Dove non può giungere l’umanesimo può giungere l’amore nella sua specie più alta e gratuita di carità, che forse dell’umanesimo stesso è la cima svettante. Firenze questo lo ha sempre saputo nei recessi più profondi del suo intelletto e del suo cuore che sembrano così fieri e secchi. La sua storia e la sua cultura sono tutte costellate di astri della pietà».
Santità, ci illumini per essere degni eredi di questa storia di carità e di misericordia.